Il parco archeologico Elea-Velia

admin

11 Aprile 2016

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Elea, denominata in epoca romana Velia, è un’antica polis della Magna Grecia. L’area archeologica si trova nel comune di Ascea, all’interno del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni. L’accesso al sito archeologico è da Via di Porta Rosa.

Il sito archeologico di Elea/Velia narra ancora oggi la storia di una grande città della Magna Grecia con i suoi cittadini, la sua vita quotidiana, i suoi spazi pubblici e privati.

STORIA E INFORMAZIONI

Elea venne fondata nel 540 a.C. circa ad opera degli abitanti di Focea, città dell’attuale Turchia, che lasciarono la madrepatria perché assediati dai Persiani. Dopo un lungo viaggio a bordo di navi molto veloci, gli esuli arrivarono nel mar Mediterraneo e si insediarono nella baia a sud del golfo di Poseidonia, sulla costa del Cilento.

Lo storico e geografo greco Strabone, nella sua Geografia, parla della città di Elea-Velia, specificando che i Focei, suoi fondatori, la chiamarono inizialmente Hyele, nome che poi divenne Ele, e infine, Elea. I Romani adottarono la forma Velia per il nome della città, attestata a partire da Cicerone.

Il percorso di visita al Parco archeologico di Elea/Velia comincia dalla città bassa, dove gran parte degli edifici risalgono all’età ellenistica e romana. Di particolare interesse sono le Terme di Adrianee del II secolo d.C., le quali si conservano quasi nella loro interezza. Nell’agorà di Velia c’era un santuario dedicato ad Asclepio, divinità medica e guaritrice.

Salendo verso l’Acropoli, troviamo il più antico centro abitato di Velia (VI sec. a.C.), un teatro costruito in età romana su un altro più antico.
Da non perdere è la Porta Rosa, prestigioso monumento che svolgeva la duplice funzione di collegamento dei due quartieri della città e di viadotto congiungente le due sommità dell’acropoli.

La maggior parte dei resti antichi sono stati distrutti durante il Medioevo. Di quest’epoca, si conservano la Torre angioina, resti di mura e due chiese, la cappella Palatina e la chiesa di Santa Maria

L’area degli scavi archeologici è oggi patrimonio Unesco.

Copyright foto

Mboesch, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons